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Oltre a una bibliografia generale commentata alla fine del volume, ogni monografia è dotata di una specifica bibliografia commentata.
I protagonisti del volume sono Giorgio Castriota Scanderbeg, Pier Gerlofs Donia, Pregianni de Bidoux, Ettore Fieramosca, Giovanni delle Bande Nere, Enrico V di Brunswick, Alberto Alcibiades, Jean de La Valette, Astorre Baglioni e Franz Schmidt.
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L’idea di pubblicare questo volume nasce dalla passione per l’oplologia e la guerra medievale-rinascimentale di uno storico, Gabriele Campagnano, e di un disegnatore professionista, Francesco Saverio Ferrara. Unire la narrazione storica all’arte è ciò che li ha spinti ad unire gli sforzi per questo progetto. Il progetto di crowdfunding editoriale alla base de I Padroni dell’Acciaio è stato il più finanziato di sempre in lingua italiana ed è rimasto per diverse settimane nella classifica “Top Ispirational” di Indiegogo.
Introduzione
Quindicesimo secolo. Il mestiere delle armi sta cambiando. Prima in modo lento, con le fanterie in grado di fare a pezzi la cavalleria pesante, poi in modo frenetico, con l’introduzione e l’evoluzione delle prime bocche da fuoco. Dalla notte dei tempi, l’uomo ha combattuto con gli stessi mezzi, ma alla fine del XV secolo arriva il momento di rottura, il cambio di paradigma. La Rivoluzione delle Cose Militari stravolge il mondo più di quella Copernicana e di quella Francese. Nulla sarà più come prima. Il Guicciardini parla dell’enorme cambiamento delle cose di guerra dovuto al “furore delle artiglierie” e ad un “altro modo” di combattere della fanteria. Dal passaggio di Carlo VIII in Italia, – possiamo quindi, a mero titolo indicativo, prendere la data del 1494 come momento di rottura – il modo di fare la guerra non sarà più lo stesso. Alcuni dei protagonisti di questo volume si sono esaltati nella lotta contro la minaccia ottomana, altri nei conflitti religiosi, politici e sociali che hanno incendiato l’Europa del XVI secolo.
È difficile, peraltro, mettere insieme personaggi così diversi fra loro. Cosa può avere in comune una brutale macchina da guerra, come Albrecht Alcibiades, con Astorre II Baglioni e le sue eccezionali capacità tattiche e ingegneristiche? Chi mai potrebbe tracciare un parallelo tra la furia sanguinaria del gigantesco Pier Gerlofs Donia e i quarant’anni di metodico guerreggiare di Enrico V di Brunswick? Tutti loro hanno però un tratto comune, quello di essere riusciti a piegare la materia al proprio volere e a trasformare l’acciaio delle armature e delle armi in una propaggine del corpo e in uno strumento al servizio del loro intelletto. Tutti loro sono stati Padroni dell’Acciaio.
I dieci protagonisti di questo volume hanno avuto vite ricche di avvenimenti, ma le esigenze di stringatezza di questo primo progetto sono state talvolta inclementi, impedendomi di approfondire alcune discordie tra le fonti e, soprattutto, fornire degli inquadramenti storici di più ampio respiro. Per evitare, poi una trattazione confusionaria, mi sono affidato a un rigido criterio cronologico, privilegiando la narrazione dei fatti storici alle considerazioni personali. Fatta questa premessa, penso di essere riuscito, anche grazie alle evocative illustrazioni di Francesco Saverio Ferrara, a rendere il giusto omaggio a questi personaggi straordinari.
"I Padroni dell’Acciaio di Gabriele Campagnano è stata una boccata d’aria fresca, un’interessantissima lettura che potrà appassionare tantissimi. Gli amanti della storia, i neofiti che vogliono immergersi in un mondo affascinante quanto duro e spietato, o gli specialisti che possono confrontarsi con monografie eccezionalmente curate sotto l’aspetto critico."
"I 10 personaggi di cui si occupa I Padroni dell'Acciaio sono storicamente splendidi, e vi faranno approfondire il contesto storico-geografico in cui si muovono. Vorrete approfondirli perché vi innamorerete di loro, anche dei peggiori di loro, grazie ad un'esposizione perfetta, con un tono che coniuga il narrare una storia alla rigorosità storica delle fonti, affiancata dalle splendide ed evocative illustrazioni di Francesco S. Ferrara"
"Zodd. Alba di Sangue è il miglior grimdark che abbia mai letto. Sangue, budella, mostri Lovecrafitiani. Non si risparmia nessuno con la crudezza di violenza e morte (ho già confidato di avere fatto fatica in alcuni passaggi, e non ho uno stomaco delicato). BRAVO e GRAZIE, aspetto il seguito con ansia."